Milano – L’Inter chiude l’anno in Sardegna, ma il tempo dei bilanci è ancora lontano. Ultima partita prima del blitz di Capodanno in Arabia Saudita: Inzaghi gioca alle 18, prima di Atalanta (stasera) e Napoli (domani) e quindi calcoli quanto mai banditi, anche se per assegnare il platonico titolo d’inverno si rischia di dover aspettare quasi primavera, che si giochino cioè tutti i recuperi. Inter a Cagliari con l’abito buono, per chiudere il 2024 con un ultimo acuto. Finora 86 punti in 36 partite di campionato: l’Inter è la squadra che ha segnato di più (89 gol) e subìto di meno (29), con 2 sole sconfitte (Sassuolo e Milan) e 26 vittorie.
Giocano tutti quelli che possono farlo, compreso De Vrij, recuperato dell’ultima ora. Sempre fuori Pavard e Acerbi, che andranno a Riad, ma che non è detto possano giocare (2 gennaio semifinale con l’Atalanta, eventuale finale il 6). A centrocampo c’è abbondanza, ma giocano i migliori, col solito amarcord per l’ex Barella. In attacco il capocannoniere Thuram e l’enigmatico Lautaro.
Il capitano ha steccato anche l’ultima dell’anno a San Siro, lunedì contro il Como. Sono 8 partite che non segna, quasi 2 mesi (3 novembre). Un digiuno lungo ma non inedito. Anche l’anno scorso rimase a secco per 8 volte (in autunno) e poi per 7 (in primavera). Nella prima stagione di Inzaghi, quella dello scudetto al Milan, a cavallo dei 2 anni furono addirittura 10 le partite senza gol. Di inedito semmai c’è la somma fra la seconda parte della scorsa stagione e la prima di quella in corso: in 31 partite, che sono tante, per Lautaro appena la miseria di 7 gol, che sono pochi.
Inzaghi continua a difenderlo e così tutto il resto della squadra, ma anche contro il Como si è visto che non è solo questioni di statistiche, ma che il gol per il capitano è proprio una necessità, sennò anziché cercare improbabili soluzioni personali, almeno in un paio di occasioni avrebbe servito compagni piazzati in posizioni più favorevoli della sua. Per chi ci crede, il bilancio di Lautaro contro il Cagliari è particolarmente favorevole: non solo gli ha già fatto 9 gol (meglio solo i 10 alla Salernitana), ma addirittura contro i sardi ha segnato il primo in nerazzurro (settembre 2018, in panchina Spalletti). Poi ne ha segnati altri 134, diventando il settimo cannoniere della storia nerazzurra.
Nessun dubbio che prima o poi si sbloccherà, di certo se non si fosse alzata la media realizzativa di Thuram, queste per l’Inter avrebbero potuto essere settimane di passione.
L’altra metà della ThuLa è diventato co-capocannoniere del campionato e stasera ha addirittura la licenza di sorpasso in danno dell’infortunato Retegui, uno che a Riad andrà solo per fare il tifo ai suoi compagni.